Trattino e lineetta
Nota terminologica
Il vocabolario italiano non distingue propriamente il trattino dalla lineetta, trattandoli alla stregua di sinonimi. Anche se per quanto riguarda la lunghezza si riconoscono dimensioni superiori alla lineetta, spesso definita più lunga del trattino, tuttavia non sempre si riconoscono attribuzioni funzionali specifiche ai due segni tali da definirli in maniera univoca in ogni ambito. Così per esempio De Mauro, alla voce lineetta, fornisce una definizione del tutto identica a quella che si trova sotto il lemma trattino:
Tullio De Mauro, Grande Dizionario Italiano dell'Uso, Torino, Utet, 2000
Più preciso in apparenza il Vocabolario Treccani che alla fine rimane nell'incertezza senza fornire il criterio definitivo in base a cui distinguere un trattino da una lineetta, nonstante si arrivi nel testo a definire anche alcune regole sull'uso degli spazi con la lineetta. Il Sabatini Coletti (versione elettronica 2012) e lo Zingarelli 2011 riconoscono dichiaratamente la lineetta essere un tratto più lungo del trattino.
Il Sabatini Coletti, Dizionario della lingua italiana, Sansoni – RCS, 2012
Definizioni analoghe del trattino (detto anche tratto di unione o trattino breve) e della lineetta (detta anche tratto di divisione o trattino lungo) si riscontrano nel Prontuario di punteggiatura di Bice Mortara Garavelli.
D'altra parte va considerato che il vocabolo trattino ha storia recente. Infatti il trattino è assente nel Manuale Hoepli in 2 voll. di Salvatore Landi, Tipografia (1892), mentre sono impiegate in sua vece le voci tratto d'unione, tratto di divisione e lineetta. Ampiamente riconosciuto nella letteratura di settore, tutti i dizionari lo danno entrato nella lingua nel 1961, anche se si trova già nella Grammatica italiana di Battaglia e Pernicone (Torino, Loescher-Chiantore, 1954) ed è addirittura trattato nella grammatica del Migliorini:
Bruno Migliorini, La lingua nazionale, Firenze, Felice Le Monnier, 1941
Il vocabolo trattino, con implicazioni non strettamente grammaticali, è molto più antico. Lo si legge a p. 48, 60, 62, e soprattutto come “trattino d’unione” a p. 88 di una pubblicazione musicale del 1847: Quattro opuscoli musicali di P.S., Milano, Tipografia e libreria di Giusepe Chiusi. Prima di arrivare a Migliorini, è possibile rinvenire il termine anche nel "Giornale vinicolo italiano" (Casale Monferrato Alessandria, 1889, vol. 15, p. 17); in Zanino Volta (Delle abbreviature nella paleografia latina, Cisalpino-Goliardica, 1892, pp. 148, 169); in Giuseppe Bertelli (Disegno topografico, Ulrico Hoepli, 1894, pp. 47, 56); nei Documenti per servire alla storia di Sicilia, Palermo, Società siciliana per la storia patria, 1899, p. 288).
I nomi del trattino
A peggiorare la situazione contribuisce in modo rilevante la codifica Unicode, che ha introdotto un numero considerevole di trattini o lineette, in inglese elencati genericamente tutti sotto la voce dash, per i quali tuttavia la lingua italiana non ha nomi che ne agevolino l'identificazione in maniera univoca.
Ci ha provato Roberto Lesina che nel Nuovo Manuale di Stile distingue fra trattino, tratto e lineetta (nell’edizione del 1986 comparivano solo trattino e lineetta). Nei suggerimenti di Mappa caratteri di Windows il trattino stranamente viene detto segno di sottrazione forse da una traduzione letterale della corrispondente voce inglese ‘hyphen minus’, ma in evidente confusione con il segno di sottrazione, mentre l’en dash è chiamato trattino breve e l’em dash è detto trattino lungo. Anche LaTex individua i differenti glifi semplicemente come ‘quattro diversi tipi di trattini’. (-, --, ---, $-$, corrispondenti alle battute sulla tastiera per ottenere il trattino semplice, il trattino medio, il trattino lungo e il segno meno).
Anche nel manuale d’uso di Indesign CS6 si parla di trattino di sillabazione, trattino facoltativo e trattino unificatore e lineetta con una certa proprietà di linguaggio, tuttavia l’inserimento di un trattino attraverso il menu Inserisci carattere speciale > Trattini e spazi > Trattino determina l’immissione di una lineetta en dash, non già di un semplice trattino.
Le grammatiche in generale, anche le moderne, e alcuni manuali, tacciono l’esistenza di altri segni e pur distinguendo perfettamente il trattino dalla lineetta sul piano funzionale, confondono spesso i relativi segni tipografici: Garzanti con Giuseppe Patota (Grammatica di riferimento dell’italiano contemporaneo, 2006), Giunti con Elisabetta Perini (Scrivere bene (o quasi), 2011), Bruno Mondadori con Giuseppe Pittano (La comunicazione linguistica, 1988), Apogeo con Mariuccia Teroni (Manuale di redazione, Apogeo, 2007, p. 164), per fare degli esempi, parlano della lineetta mentre scrivono e descrivono un trattino medio, una en dash, cioè una lineetta breve, le cui differenze dalla lineetta propriamente detta, una em dash, evidentemente non rilevano sul piano formale. Si direbbe in altre parole sia possibile usare indifferentemente il segno breve o lungo della lineetta essendone indifferenziata la funzione.
Nel tenere a mente che in generale il trattino unisce mentre la lineetta divide, chiameremo convenzionalmente (vedi infra) semplicemente trattino il trattino breve di sillabazione (l'hyphen minus), riserveremo il nome di lineetta enne alla en dash e di lineetta emme o semplicemente lineetta nei casi inequivoci alla em dash. Continueremo a chiamare trattino numerico il figure dash, e segno meno o segno di sottrazione il minus sign.
I trattini Unicode
Nel documento General Punctuation, Range: 2000-206F (http://www.unicode.org/charts/PDF/U2000.pdf) che contiene un estratto del codice caratteri e dei loro nomi secondo lo standard Unicode, vers. 6.2 sotto la voce generica 'Dash', raccoglie sei diversi tipi di tratti, trattini e lineette. A queste va aggiunto il segno meno ‘minus sign’ Unicode 2212 illustrato in Mathemathical operators, Range 2200-22FF (http://www.unicode.org/charts/PDF/U2200.pdf) il cui uso è specificamente consigliato con i numeri per risultati che siano sensibilmente diversi e professionali nell'aspetto da quelli in genere ottenibili con l’hyphen minus 002D.
L’Unicode 2E3A codifica la doppia lineetta ‘two-em dash’, un segno quasi mai disponibile nel disegno dei caratteri eppure di grande importanza. E mancano ancora ovviamente in questo elenco il trattino basso e le lineette soprascritte.
Nome
|
Unicode
|
Segno
|
Windows
|
Mac
|
Html
|
hyphen minus |
002D
|
-
|
-
|
-
|
-
|
figure dash |
2012
|
‒
|
|
|
|
en dash |
2013
|
–
|
Alt + 0150
|
option + -
|
&endash; |
em dash |
2014
|
—
|
Alt + 0151
|
option + maiuscolo + -
|
&emdash;
|
horizontal bar |
2015
|
―
|
|
|
|
minus sign |
2212
|
−
|
|
|
−
|
Tab. 1 - Inventario dei trattini Unicode
I trattini sulla tastiera
L’ostacolo maggiore all’uso puntale dei trattini, una volta stabilite le regole per un loro corretto impiego, consiste nelle limitazioni da tastiera e nella mancata implementazione dei segni Unicode corrispondenti in molti set di caratteri, ancorché siglati Open Type Pro.
Le limitazioni da tastiera si conservano inalterate rispetto all’uso consolidato sulle macchine per scrivere che prevedono un solo trattino per tutti gli usi. Le tastiere dei computer, basate su codici ASCII, ugualmente prevedono la battitura del solo trattino, mentre gli altri segni sono eventualmente disponibili solo con combinazioni più o meno complicate di tasti, variabili a seconda dei sistemi operativi e/o a seconda del programma utilizzato.
Da tastiera insolitamente infatti il trattino e il segno meno sul tastierino numerico producono lo stesso glifo 002D (-), mentre la combinazione con il tasto maiuscole permette esclusivamente l’inserimento del cosiddetto trattino basso, il ‘low line’ Unicode #005F (_). Sotto Windows l’inserimento delle lineette è possibile solo battendo i codici numerici combinati con il tasto Alt, nello specifico Alt+0150 per il trattino medio (–), Alt+0151 per la lineetta (—).
In ambiente Mac, sin dai primi modelli furono disponibili tre tipi di tratto: trattino, en dash e em dash, anche si è trascurato sempre di dar loro un nome in italiano. La lineetta è accessibile dal tasto del trattino premendo contemporaneamente i tasti option + maiuscolo. Le cose cambiano sensibilmente spostandosi all’interno di programmi specializzati di impaginazione, ma probabilmente a tal punto le abitudini acquisite in maniera errata diventano già troppo difficili da modificare.
Come si vede dalla tabella 1 a parte il trattino, gli altri segni presentano obiettive difficoltà di inserimento dovendosi battere più tasti contemporaneamente. Per il trattino numerico, la barra orizzontale e il segno meno non esistono combinazioni di tasti adatte su nessun sistema operativo.
Uso del trattino
In tipografia il trattino (-) è una breve linea orizzontale di larghezza pari a 1/3 del corpo del carattere, in genere inferiore alla larghezza di un singolo carattere. Nella stampa è utilizzato per andare a capo nella divisione in sillabe delle parole (nella scrittura a mano è frequentemente usato in sua vece il segno =). Ugualmente si impiega nella scansione sillabica delle parole che si vogliono scritte evidenziandone le sillabe:
trat-ti-no fiam-ma-ta co-lo-ra-re
Si usa il trattino per stabilire una legatura fra parole diverse che non si trovano comunemente insieme, ma quando le parole sono entrate nell'uso comune si fa in genere a meno del trattino.
gonna-pantalone (si trova anche come termini separati, gonna pantalone), sindaco-candidato, Monti-bond (Corriere della sera 01.02.2013).
Gli italoamericani, il periodo postbellico, verderame
La fase di accreditamento di una parola composta, parte per motivi legati alla reale diffusione del vocabolo, parte per questioni dovute alla personale percezione di chi scrive, registra spesso un'incertezza nella scrittura che assicura valide entrambe le forme. Per esempio:
mountain-bike ma anche mountainbike
In tal caso si preferisca la forma senza trattino: ha maggiori probabilità di affermazioni.
Si usa il trattino quando si stabilisce una relazione fra due termini:
il derby Roma-Lazio, il treno Torino-Lione, l'autostrada Firenze-Bologna
Il trattino è impiegato nelle sequenze per indicare intervalli compresi fra gli estremi. Negli intervalli di tempo, nelle parole composte, nelle relazioni fra termini, nella designazione di insiemi.
Uso della lineetta emme
La lineetta emme (—) si usa per introdurre un discorso diretto in luogo delle virgolette o per segnalare un inciso, generalmente più forte e distaccato di quanto non facciano virgole e parentesi. A tale proposito sono illuminanti le parole di Lepschy (cito da Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, p. 36): Il trattino lungo ha in genere la funzione di separare, il trattino breve di unire le parole fra cui si trova.
Se l'inciso isolato dalle lineette si chiude con un punto solitamente si omette la seconda lineetta.
È vero che l'uso del quadratone, la lineetta lunga, può in alcuni casi e per particolari caratteri, tipo il Garamond, apparire ingombrante e troppo vistosa.
Uso della lineetta enne
La lineetta enne (–) non avrebbe molti motivi di utilizzo se fossero puntualmente rispettati gli impieghi degli altri trattini. Fatto sta che la lineetta enne è di fatto il trattino maggiormente utilizzato. Anche il Chicago Manual of Style (16th ed.) lamenta la confusione generale a carico della lineetta emme impropriamente sostituita da moltissimi operatori /editori con la lineetta enne.
La lineetta enne grazie alla sua maggiore disponibilità nei caratteri da una parte e alla facilità con cui è possibile recuperare il segno sulla tastiera dall'altra è di fatto impiegata anche in sostituzione dl segno meno nelle formule e del trattino numerico nella scrittura degli intervalli numerici da parte di quegli editori che ne riconoscono l'impiego.
Alessandro Manzoni (1785–1873) mentre più comunemente si trova Alessandro Manzoni (1785-1873)
La lineetta enne deve essere inoltre obbligatoriamente utilizzata negli intervalli complessi di date o nell'unione separazione di gruppi di parole unite dal trattino. In tali casi la lineetta sarà preceduta e seguita dal uno spazio.
Alessandro Manzoni (7 marzo 1785 – 22 maggio 1873)
Il tratto autostradale Napoli-Capodichino – Caserta
Uso del segno meno
Il segno meno deve essere impiegato obbligatoriamente quando il trattino rappresenti l’omonimo operatore matematico. Nelle formule matematiche l'operatore richiede spazio prima e spazio dopo:
72 − 48 = 24
Oltre che nelle formule, si userà il segno meno senza spazio dopo per indicare quantità negative:
Faceva molto freddo. La temperatura era scesa a −2 °C.
Indice degli argomenti
Introduzione (5)
- Definizione del libro e terminologia relativa
- Formati librari
- Formato della carta
- Impostazione della pagina
- Le parti del libro
Pagine iniziali (5)
Testo o corpo del testo (4)
Abbreviazioni e simboli (5)
- Abbreviazioni
- Abbreviazioni nomi di persona
- Sigle e acronimi
- Titoli civili e militari
- Trattamento del testo con le abbreviazioni