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Divisione in volumi

Scritto da Giovanni Pallotta il . Pubblicato in Testo o corpo del testo.

Un volume o tomo è un intero libro, completo di copertina, che non rappresenta però tutta l'opera ma solo una sua parte. A volte sono criteri concettuali che portano a sviluppare un'opera in più volumi, talaltra semplici considerazioni di tipo pratico, non da ultimo legate anche al volume fisico eccessivo che la stampa di un volume singolo potrebbe comportare. Le opere enciclopediche sono quasi sempre di necessità multivolume, così come i vocabolari che accolgono un gran numero di lemmi.

Quando per contenuto e caratteristiche i libri che fanno parte di un'opera in volumi sono suscettibili di essere acquistati, letti e fruiti singolarmente in maniera indipendente rispetto al resto dell'opera, allora essi devono presentare caratteristiche di completezza, possedere ognuno una propria numerazione, una propria bibliografia, indici distinti dagli altri volumi. 

I volumi pubblicati come parte di un'opera più vasta possono essere etichettati e distinti in diversi modi, recando indicazioni relative alla partizione, al numero progressivo attribuito al volume, all'argomento trattato nel singolo volume, a un intervallo temporale che limita o racchiude quanto trattato o raccolto nel volume. Di fatto, nella pratica nel singolo volume si ritrovano spesso più attributi distintivi, per cui abbiamo volumi che oltre al numero recano l'indicazione di un intervallo di tempo o di un gruppo di oggetti o di lettere dell'alfabeto, volumi che presentano sia il numero progressivo che il titolo, altri ancora che hanno o solo numeri o solo titoli.

Nella numerazione dei volumi di un'opera è comune l'uso degli ordinali: volume primo, volume secondo, volume terzo ecc.

Si veda per es. la Storia della letteratura italiana di Cecchi e Sapegno (Milano, Garzanti Editore 1965):

  • Volume primo, Le origini e il Duecento
  • Volume secondo, Il Trecento
  • ...
  • Volume sesto, Il Settecento
  • ...

Ovviamente è possibile etichettare molto più semplicemente i volumi di un'opera, fermandosi alla sola enumerazione dei volumi come accade nel Decameron edito da Giunti Barbèra:

  • Decameron, volume primo (1980)
  • Decameron, volume secondo (1981)

In alcuni casi, specie per le raccolte nelle quali non si vuole prioritariamente stabilire una gerarchia o indicare un ordine di lettura o di importanza, è preferibile evitare la numerazione dei singoli volumi. Così per es., Emilio Segrè, Personaggi e scoperte della Fisica. Da Galileo ai quark, Oscar Saggi, 2 voll., Milano, Arnoldo Mondadori Editore 1996: 

  • Personaggi e scoperte della Fisica classica. Da Galileo alla termodinamica.
  • Personaggi e scoperte della Fisica contemporanea. Da Rutheford ai quark.

Come si vede i due volumi nel titolo e nel sottotitolo richiamano, pur differenziandosene, il titolo principale dell'opera fornendo contemporaneamente indicazioni sul contenuto del singolo volume.

La numerazione delle pagine, specie nei casi in cui il volume non rappresenti una divisione logica ma solamente fisica del contenuto, si estende attraverso tutti i volumi. Tuttavia se nei volumi esistono delle pagine iniziali di presentazione, prefazione ecc. sarà bene per queste adottare una numerazione diversa, per es. alfabetica o romana, che parta sempre da i, ii, iii ... per ogni volume.

È consuetudine diffusa segnare la fine dei volumi con la dicitura "Fine del primo volume" e così via fino al penultimo.